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  • Immagine del redattoreAntonio De Bonis

Come e perché difendere il tesoro dei propri dati sanitari.


L'avvento della sanità digitale ha subito un'evidente accelerazione quale effetto connesso alla crisi pandemica da covid-19.

Quest'ultima ha innescato una serie di processi che hanno interessato il mondo del lavoro, sia nel pubblico che nel privato, assegnando al dato sanitario un valore economico e politico, ulteriore rispetto alla sua stessa naturale sensibilità.


I recenti fatti criminali che hanno interessato alcune strutture, la regione Lazio, la regione Lombardia e quella Toscana, di gestione dei dati sanitari dei cittadini richiedono, al netto delle dichiarazioni ufficiali, una riflessione sul tema che può articolarsi partendo da alcune propedeutiche domande:

  • si ha la consapevolezza del fatto che ad un'evoluzione digitale deve corrispondere l'adeguamento dei comportamenti di quotidiani di base in termini di rapporto con la sicurezza delle informazioni, anche le più banali;

  • si ha la consapevolezza del valore economico e politico delle informazioni derivanti dalla nostra vita sanitaria in quanto cittadini inseriti nel servizio sanitario nazionale deputato alla loro gestione;

  • si ha la possibilità e capacità di gestire, pretendendo che lo facciano anche gli altri attori coinvolti, i fatti e gli atti connessi alla sicurezza delle informazioni sanitarie.

Inoltre, consideriamo che il valore del dato sanitario ha essenzialmente due risvolti:

  • pubblico, relativo alla gestione della salute dei cittadini e, quantunque in linea teorica anonimizzato, connesso alla ricerca scientifica ;

  • privato, in quanto diritto alla riservatezza riconosciuto e tutelato in ambito privacy.

Il valore del dato sanitario investe sempre più una molteplicità di interessi di natura economica e politica che si aggiungono a quelli consolidati: si pensi, a titolo d'esempio, alla ricerca in tema di medicina predittiva o di telemedicina.


Sempre la pandemia da covid-19 ha determinato lo sviluppo, su base per così dire rudimentale stante le contingenze esigenze di contenimento, della medicina a distanza consegnando il rapporto tra il medico di base ed il paziente al mondo virtuale.

Corollario ne è l'ormai quasi esclusivo ricorso alla ricetta elettronica che contiene dati sanitari sensibili del paziente e che coinvolge almeno tre attori: il medico di base, il sistema sanitario nazionale ed il farmacista o, in caso di diagnostica una struttura sanitaria, sia essa pubblica che privata.


Da questo elementare esempio può innescarsi quella indispensabile riflessione della quale si sente sempre più l'esigenza per iniziare un processo di adeguamento comportamentale alla gestione del nostro dato sanitario.


Registrare la violazione dei sistemi statali di gestione dei dati sanitari deve superare il dato di cronaca per avviare quel processo di alfabetizzazione digitale ormai imprescindibile per la gestione della vita quotidiana.




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